«Non c’è correlazione tra l’educazione sessuale a scuola e una diminuzione di violenze contro le donne. Lo vediamo nei Paesi dove da molti anni (l’educazione sessuale a scuola) è un fatto assodato, come per esempio la Svezia. La Svezia ha più violenze e femminicidi di noi».
La frase pronunciata da Eugenia Roccella a margine della Conferenza internazionale contro il femminicidio, organizzata a Roma il 21 novembre scorso, ha guadagnato le prime pagine dei giornali e ha sollevato un’ondata di indignazione tra sociologi, psicologi e studiosi di pedagogia. La sua argomentazione è un vecchio cavallo di battaglia di politici e attivisti anti-scelta: l’interpretazione distorta di un fenomeno che va sotto il nome di “paradosso nordico” allo scopo di sminuire il ruolo dell’educazione sessuale e affettiva, che proprio in questi giorni è sotto attacco alla Camera, dove si discute il disegno di legge Valditara.
Nei Paesi del Nord Europa, dove l’educazione sessuale è parte integrante del curriculum scolastico da decenni – è la tesi – i femminicidi e gli episodi di violenza contro le donne sono più frequenti rispetto all’Italia, dove l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole è carente e disomogenea. È la prova, sostiene Roccella, che educare i giovanissimi alla parità di genere non serve a prevenire la violenza.
«Il ragionamento è scorretto dal punto di vista metodologico», osserva Marta Giuliani, psicologa e sessuologa clinica, coordinatrice del Gruppo di lavoro di psicologia della sessualità e dell’affettività dell’Ordine degli psicologi del Lazio, «perché non è possibile rilevare una correlazione diretta in assenza dello studio approfondito di altre variabili come, per esempio, fasce d’età, livello socio-economico, certezza della pena, aspetti psico-sociali. Per valutare con rigore scientifico la correlazione tra programmi di educazione sessuale e affettiva nelle scuole e violenza di genere, bisogna affidarsi a protocolli di ricerca specifici che analizzano la popolazione target prima e dopo l’intervento educativo, e non è sufficiente semplicemente confrontare dati qualitativi e osservativi. Studi statisticamente costruiti con questi livelli di accuratezza, infatti, hanno sempre documentato i benefici dell’educazione sessuo-affettiva nella costruzione di relazioni sane, paritarie e egualitarie».
Per esempio, una meta-analisi pubblicata nel 2023, che analizza gli effetti dell’educazione sessuale e affettiva su un totale di più di cinquantamila ragazzi e ragazze di età compresa tra 10 e 19 anni, negli Stati Uniti, in Europa e in Asia, evidenzia un significativo miglioramento della capacità di avviare e mantenere relazioni positive, gestire i conflitti, comunicare efficacemente, e una riduzione degli episodi di violenza sessuale tra pari.
L’importanza di riconoscere la violenza e chiedere aiuto
Il femminicidio è la punta dell’iceberg della violenza di genere, che si esprime in modo trasversale nella società attraverso i pregiudizi, la discriminazione, la sopraffazione psicologica ed economica, la violenza fisica e sessuale e solo in un numero più limitato di casi arriva all’uccisione delle vittime. È dimostrato che laddove la sopraffazione maschile sulle donne è presente in modo sistematico ed è normalizzata, gli esiti più estremi della violenza sono più rari, perché le vittime sono scoraggiate dall’idea di ribellarsi e separarsi dal partner. Una ricerca condotta nel 2024 proprio in Svezia mostra che una maggiore autonomia economica e sociale della donna aumenta per lei il rischio di incorrere nella violenza da parte del partner, che percepisce di avere meno potere nei suoi confronti. È uno dei fattori che concorrono a spiegare il paradosso nordico.
Un altro fattore è la capacità delle vittime di riconoscere la violenza perpetrata nei loro confronti e di chiedere aiuto. I risultati dello stesso studio evidenziano che le donne più consapevoli e più autonome sono più propense a denunciare. Nei Paesi in cui le vittime hanno meno fiducia nelle istituzioni, meno possibilità di chiedere aiuto o dove la ribellione ai soprusi è stigmatizzata, la violenza rimane sommersa, non appare nelle statistiche.
Combattere la normalizzazione della violenza di genere è proprio uno degli obiettivi dell’educazione sessuale e affettiva nelle scuole. Un esempio di questo impegno è My Safe Space, un progetto di intervento nelle scuole dell’Associazione italiana donne per lo sviluppo (AIDOS), che mira a stimolare la discussione tra ragazzi e ragazze sulla differenza tra relazioni sane e relazioni tossiche, tra manifestazioni di amore e prevaricazione. Tra i materiali che l’AIDOS mette a disposizione sul sito del progetto, c’è una serie di carte che riportano frasi riferite da studenti e studentesse, campanelli d’allarme che bisogna insegnare a riconoscere: «Dice che non lo farà più. Che lo schiaffo gli è scappato», «Fammi vedere cosa ti ha scritto. Se mi ami non devono esserci segreti tra noi» e ancora «No, non vengo stasera. Fede non vuole».
«My Safe Space nasce dall’esperienza di AIDOS dentro e fuori le scuole, grazie ai laboratori contro gli stereotipi e al lavoro decennale sulla prevenzione della violenza di genere, nonché dal bisogno delle persone giovani e adolescenti in particolare di parlare delle proprie relazioni intime», spiega Serena Fiorletta, vicepresidente dell’Associazione. «Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin abbiamo sentito l’urgenza di offrire strumenti concreti per ascoltare, confrontarsi e riconoscere i segnali di paura, percezione del pericolo ma anche le risorse che abbiamo a disposizione. Le nostre flashcard, gli specchietti, il quiz e tutti i materiali che suggeriamo servono proprio a questo: creare spazi più sicuri senza fare solo lezioni frontali, ma anche facilitare la presa di parola, la riflessione e la consapevolezza».
Da sola, l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole non può arrestare i femminicidi, ma è uno degli strumenti più efficaci di cui disponiamo oggi per avviare un cambiamento sociale importante e contrastare la violenza di genere in tutte le sue forme, quelle più evidenti come quelle nascoste ma non meno dolorose.




