Gentile Ministra Anna Maria Bernini,

Siamo il gruppo di precarie e precari (ricercatrici, ricercatori, tecnologhe, tecnologi e personale tecnico-amministrativo) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Le scriviamo a seguito delle ultime notizie riguardanti la Legge di Bilancio, come già fatto dai nostri colleghi precari dell’INAF nella lettera aperta indirizzata al Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) del 24/10/2025. Nonostante le interlocuzioni positive e le garanzie ricevute negli ultimi mesi da parte del MUR, apprendiamo con sconcerto che la bozza attuale della Legge di Bilancio è priva dello stanziamento destinato alla stabilizzazione del personale precario INGV e INAF.

L’apertura alle stabilizzazioni, manifestata a seguito della Sua dichiarazione pubblica del dicembre 2024, ha portato a tre tavoli tecnici tra il MUR e le rappresentanze sindacali. Nell’ultimo incontro del 24 giugno scorso, il Capo di Gabinetto Prof. Rubechi aveva confermato l’impegno del Ministero a stanziare le prime risorse per le stabilizzazioni (ai sensi della Legge Madia) mediante un finanziamento di 8 milioni di euro annui per INGV e INAF.

L’impegno si era concretizzato nella proposta dell’emendamento 1.0.6 al D.L. 90/2025, che specificava la ripartizione di tali fondi (assegnando 1,5 milioni annui a INGV e 6,5 milioni annui all’INAF). Questo primo stanziamento avrebbe permesso di coprire il 40% circa di coloro aventi i requisiti (art. 20, commi 1 e 2-bis della Legge Madia) al 31/12/2024. Come ben saprà, l’emendamento è stato poi ritirato per motivi di copertura finanziaria dal MEF, ma con la rassicurazione che lo stesso finanziamento (ed emendamento) sarebbe rientrato nella Legge di Bilancio 2026. Ciò avrebbe permesso di avviare il processo di stabilizzazione del personale precario, come oggi sta avvenendo presso il CNR tramite i fondi inseriti nella Legge di Bilancio del 2025.

Nonostante la nostra condizione precaria, operiamo con senso di responsabilità e appartenenza in uno degli istituti più importanti a livello internazionale — il secondo più grande d’Europa nel campo delle geoscienze — consapevoli dell’importanza della nostra missione e del valore sociale del nostro lavoro. Molti di noi sono dottori e dottoresse di ricerca, formatisi in Italia e all’estero, che ogni giorno contribuiscono, con dedizione e professionalità, al successo delle attività scientifiche dell’ente e alla continuità dei servizi operativi verso la società. Da anni portiamo avanti un percorso professionalenintenso e totalizzante, che affonda le sue radici nella passione e che richiede competenze specifiche e costante impegno.

L’INGV, anche grazie al nostro contributo essenziale, svolge un ruolo strategico per la sicurezza del territorio nazionale. Oltre a essere centro di competenza scientifica del Servizio Nazionale di Protezione Civile, l’ente garantisce il monitoraggio continuo delle aree sismiche e vulcaniche italiane, attraverso le sale operative di Roma, Napoli e Catania, attive 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. In caso di eventi sismici o di variazioni anomale nei sistemi vulcanici — come nel caso dei Campi Flegrei — le nostre squadre di turno, che includono numerosi colleghi precari, assicurano comunicazioni tempestive al Dipartimento di Protezione Civile. A tale impegno si affianca l’attività del Centro Allerta Tsunami (CAT), istituito nel 2017, che opera un servizio di allerta per l’intero bacino del Mediterraneo, inviando messaggi di allerta a diversi Paesi e centri di monitoraggio internazionali in caso di eventi di tsunami. Il nostro lavoro va oltre la ricerca scientifica: operiamo al servizio del Paese per la mitigazione del rischio e la sicurezza collettiva, in stretta collaborazione con la Protezione Civile. In periodi non emergenziali promuoviamo conoscenza, prevenzione e cultura del rischio; durante le emergenze forniamo supporto tecnico e psico-sociale alle istituzioni e alle comunità colpite. Crediamo, inoltre, nel legame profondo tra scienza e comunità anche contribuendo alla formazione e alla comunicazione scientifica rivolta ai diversi target.

Grazie ai fondi PNRR, l’INGV ha avviato un’importante opera di potenziamento delle proprie infrastrutture di ricerca, reso possibile anche attraverso l’assunzione a tempo determinato di nuovo personale altamente qualificato. Tuttavia, senza un adeguato piano di stabilizzazione, queste professionalità rischiano di andare perdute, impedendo il consolidamento di tali infrastrutture, destinate così a diventare“cattedrali nel deserto” e testimonianze di grave spreco di risorse pubbliche.

Come saprà, l’INGV è inoltre in prima linea nel supporto alla candidatura dell’Italia a ospitare l’Einstein Telescope (ET). Si tratta di un impegno pluriennale che ha portato, il 15 ottobre scorso, il CdA dell’ente ad approvare la nascita del “Centro di Caratterizzazione Geofisica per Einstein Telescope”. Ospitare ET è un obiettivo ambizioso e strategico per il Paese (che ha fin qui già impegnato cospicue risorse, anche grazie al Governo di cui Lei fa parte) che però rischia di perdere forza e credibilità se coloro che ne hanno costituito il motore scientifico saranno costretti a lasciare l’ente. Le conseguenze sarebbero gravi non solo sul piano scientifico ma anche su quello socio-economico e reputazionale, minando la capacità dell’Italia di competere in ambiti di ricerca di altissimo livello.

Gentile Ministra, ci teniamo a condividere con Lei la nostra improvvisa caduta emotiva, sconfortante e a tratti umiliante, con noi stessi – in primis – e con le nostre famiglie.

Le attività e le missioni che con dedizione e professionalità svolgiamo ogni giorno, di fatto, oggi hanno ricevuto un carico di incertezza pervasiva. L’entusiasmo che ci anima vacilla davanti a un futuro che appare come un buco nero, vuoto, senza orizzonti. Ma quel vuoto non può e non deve inghiottire ciò che con impegno, passione e senso di comunità abbiamo costruito finora. Questo lo ripetiamo a gran voce, pur sempre a cuore aperto: ciò che abbiamo creato merita di continuare a vivere.

La maggior parte di noi conta oltre sette anni di precariato, molti hanno più di quarant’anni e ricoprono ruoli di responsabilità anche nella gestione di attività operative durante emergenze sismiche e vulcaniche. Tuttavia, continuiamo a lavorare con dedizione, competenza e senso civico.

In questo contesto, l’età media del personale stabile dell’INGV ha ormai superato i cinquant’anni, e una parte significativa dei dipendenti si avvia al pensionamento entro i prossimi cinque anni. Appare pertanto opportuno, in una simile situazione, aprire nuove prospettive di inserimento per coloro che da anni contribuiscono in modo sostanziale e continuativo alle attività dell’ente, pur senza disporre di un contratto stabile e adeguato alla natura del loro impegno.

In assenza di un intervento immediato, il personale precario perderà il proprio impiego tra la fine del 2025 e la prima metà del 2026, con il rischio concreto di un’emigrazione forzata o di un abbandono definitivo del settore scientifico. Tale dinamica determinerebbe una grave dispersione di capitale umano e di know-how, vanificando gli investimenti pubblici realizzati negli ultimi anni e trasferendo di fatto all’estero competenze di altissimo livello formate in Italia. Ne deriverebbe una contraddizione evidente tra le politiche di incentivazione del “rientro dei cervelli” e la mancata salvaguardia di ricercatori già pienamente inseriti nel sistema nazionale della ricerca, dove contribuiscono quotidianamente alle attività scientifiche di un ente così importante.

Gentile Ministra, gli 8 milioni di euro promessi a INAF e INGV rappresentano un impegno sostenibile per il bilancio dello Stato, ma dal valore strategico enorme per il futuro della ricerca italiana. Lei conosce bene quanto ogni investimento nella ricerca atto all’incremento della conoscenza generi sviluppo e coesione, e quanto, invece, l’assenza di sostegno rischi di disperdere capitale umano e competenze preziose, formate e consolidate tramite investimenti pubblici.

I fondi di cui parliamo non vogliamo leggerli come mero impegno economico ma la prosecuzione di un investimento nel capitale scientifico del Paese, in grado di preservare la ricerca di qualità, che emerge da un impegno profondo, continuativo e di fatica. Leggiamo un simile investimento come la volontà di questo governo di preservare un forte valore italiano. Eccellenze che producono scienza, conoscenza e sviluppo di nuove tecnologie su cui i paesi emergenti stanno investendo ingenti quote di capitale.

Confidiamo nella Sua sensibilità e nella Sua visione lungimirante, e Le chiediamo di intervenire con urgenza per tradurre in atto l’impegno assunto al tavolo tecnico, inserendo nella Legge di Bilancio i fondi necessari alla stabilizzazione del personale precario.

Da questo gesto concreto dipende non solo il nostro futuro, ma anche la solidità e l’efficacia del sistema della ricerca pubblica e la capacità dell’Italia di restare competitiva sul piano scientifico e tecnologico internazionale.

Attendiamo, da parte Sua, Ministra, un segnale concreto. Il nostro futuro, quello delle nostre famiglie, e quello di una parte importante della ricerca pubblica e dell’eccellenza tecnologica e industriale italiana dipendono da questo Suo intervento.

Nel rinnovarLe i nostri più cordiali saluti e gli auguri di buon lavoro, restiamo in attesa di un Suo gentile riscontro circa la possibilità di un incontro diretto, cui attribuiamo grande valore per condividere insieme le prospettive future in un quadro di piena collaborazione.

Precarie e Precari dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

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