Pugwash è il nome di un villaggio di pescatori in Canada, e di un impegno per la pace. Quello che nel luglio del 1957, nel pieno della guerra fredda, presero ventidue scienziati che si trovarono qui per la prima delle Pugwash Conferences on Science and World Affairs. Alla loro testa c’era il matematico e filosofo Bertrand Russell, che due anni prima, il 9 luglio del 1955, aveva presentato nella Caxton Hall di Londra il Manifesto di Russell e Einstein con cui il filosofo e il fisico (morto in aprile, ma dopo aver firmato) chiedevano al mondo di rinunciare alla guerra. Mentre a presiedere la conferenza, c’era il fisico di origine polacca naturalizzato britannico Josef Rotblat, che era stato l’unico scienziato ad abbandonare il Progetto Manhattan per ragioni di coscienza, e che nel 1995 ritirerà il Premio per la Pace per sé e per le conferenze Pugwash.

Da allora il movimento Pugwash si è allargato, ha coinvolto sempre più scienziati, e non soltanto, e ha gemmato organizzazioni di scienziati per la pace in tutto il mondo. E dopo una lunga Segreteria generale italiana, quella di Paolo Cotta Ramusino (dal 2002 al 2024), oggi ha una Segretaria generale argentina, la fisica Karen Hallberg, ricercatrice principale del Consiglio argentino per la scienza e la tecnologia (CONICET) in forze al Centro Atomico di Bariloche, nonché professoressa di fisica all’Istituto Balseiro (nella Commissione argentina per l’energia atomica e Università di Cuyo). Quella che segue è una conversazione con lei sulla pace nel mondo e il ruolo degli scienziati.

Stiamo vivendo una grave crisi globale. Cosa può fare oggi Pugwash per promuovere la pace nei territori martoriati dalla guerra o almeno contenere il rischio di un allargamento dei conflitti? E i governi ascoltano le sue proposte?

Ha ragione nel dire che stiamo vivendo una crisi globale. Stiamo affrontando profondi cambiamenti politici e uno sconvolgimento dell’ordine mondiale. Si assiste a una crescente frammentazione e polarizzazione tra regioni e paesi, che conduce a un mondo multipolare, indebolisce il multilateralismo e il diritto internazionale (in particolare il diritto umanitario), rafforza i regimi autoritari ed erode i valori democratici e i diritti umani. I conflitti sono in aumento, con un conseguente incremento esponenziale dei bilanci militari e della militarizzazione, compresa quella dello spazio.

Le società si stanno ancora riprendendo dalle conseguenze della più devastante delle pandemie globali, e sono esposte a un alto grado di confusione generato da disinformazione, misinformazione e teorie del complotto. Nonostante l’iperconnettività, viviamo in bolle informative e stiamo perdendo la capacità di pensiero critico.
Il nostro mondo affronta sfide enormi come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, le malattie diffuse, l’inquinamento, la povertà, le migrazioni e il rischio di un uso improprio di molte tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale (IA), tra molti altri problemi gravi.

Tuttavia, la minaccia peggiore per via del suo potenziale di annientare tutta la vita sulla Terra in un istante è rappresentata dal crescente rischio legato alle armi nucleari. I paesi dotati di armi nucleari stanno investendo centinaia di miliardi per espandere i propri arsenali. Il controllo degli armamenti sta crollando, manca una diplomazia di alto livello e sempre più nazioni stanno valutando programmi nucleari, contrastando gli sforzi di non proliferazione e aumentando il rischio di guerre. Le guerre che coinvolgono stati dotati di armi nucleari (come Russia e Israele) accrescono ulteriormente questo pericolo. Oggi c’è una probabilità significativa che, per errore o per scelta deliberata, vengano utilizzate armi capaci di porre fine all’umanità.

Uno degli indicatori simbolici più noti della situazione globale è l’Orologio dell’Apocalisse del Bulletin of the Atomic Scientists, recentemente portato a soli 89 secondi dalla mezzanotte: il valore più vicino alla catastrofe mai registrato dal 1947. È una metafora che invita a riflettere sui rischi catastrofici imminenti e a sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi più urgenti da affrontare.

In questo contesto, le Conferenze Pugwash su Scienza e Affari Internazionali hanno una responsabilità fondamentale. Furono istituite nel 1957 in risposta all’appello urgente del Manifesto Russell-Einstein, pubblicato due anni prima, che evidenziava i pericoli dello sviluppo di armi termonucleari capaci di distruggere l’umanità. Il Manifesto sollecitava governi e cittadini a evitare la guerra e a trovare modi pacifici per risolvere i conflitti, convocando una conferenza di scienziati per discutere di questi temi e agire. Il documento fu firmato da undici scienziati, la maggior parte dei quali premi Nobel. Le Conferenze Pugwash hanno poi ricevuto il Premio Nobel per la Pace nel 1995, insieme a uno dei fondatori, il fisico Joseph Rotblat, “per il loro impegno nel ridurre il ruolo delle armi nucleari negli affari internazionali e, a lungo termine, eliminarle del tutto”. Rotblat fu l’unico scienziato a ritirarsi dal Progetto Manhattan per motivi etici.

Le Conferenze Pugwash mirano a eliminare tutte le armi di distruzione di massa—nucleari, chimiche e biologiche—e a porre fine alla guerra come mezzo per risolvere i conflitti internazionali. Guidata dal motto “dialogo oltre le divisioni”, l’organizzazione promuove la risoluzione pacifica dei conflitti e la riduzione dei rischi attraverso il dialogo aperto, la comprensione reciproca e politiche fondate sulla scienza.

Nel corso degli anni, Pugwash ha costruito una vasta rete internazionale composta da scienziati, accademici, esperti di politica e figure pubbliche che si confrontano attivamente con alti funzionari governativi, organismi internazionali, ONG e comunità scientifica. È stata un’organizzazione pionieristica in quello che oggi chiamiamo diplomazia scientifica—l’uso della conoscenza scientifica per sostenere gli sforzi diplomatici.

Che cosa fa dunque Pugwash, e qual è il suo compito, da Segretaria Generale? 

In qualità di Segretaria Generale di Pugwash, intendo concentrarmi sul mettere a frutto l’ampia rete, la profonda competenza e l’approccio scientifico dell’organizzazione per affrontare le sfide più pressanti legate alle minacce nucleari globali, alle tensioni regionali, alle tecnologie emergenti, alle armi chimiche e biologiche e al cambiamento climatico—specialmente nei punti in cui scienza e società si intersecano. In tempi di conflitto, quando il dialogo e i canali diplomatici si interrompono, diventa ancora più cruciale promuovere iniziative di costruzione della fiducia tra le parti in opposizione.

Tra le proposte concrete ci sono discussioni su come ridurre i rischi legati alla guerra in Ucraina e alle sue conseguenze, in termini di deterrenza, dottrina e corsa agli armamenti. Questo si realizza attraverso dialoghi di tipo “Track Two” tra esperti europei, russi e americani. Azioni simili includono dialoghi che coinvolgono esperti cinesi, iraniani, israeliani e di altri paesi, in contesti differenti. È importante sottolineare che la logica di Pugwash incoraggia i partecipanti a impegnarsi in dialoghi onesti e basati su dati concreti, e non come rappresentanti ufficiali dei propri paesi o istituzioni.

Abbiamo inoltre gruppi di lavoro incaricati di valutare la portata delle minacce, le vulnerabilità, le disuguaglianze e le potenzialità positive delle tecnologie emergenti—come l’intelligenza artificiale, le tecnologie quantistiche, le armi informatiche, le tecnologie genetiche e la biologia sintetica.

Per esempio, stiamo analizzando i pericoli posti dall’integrazione dell’intelligenza artificiale nei sistemi di comando e controllo delle armi nucleari. Su questo tema abbiamo organizzato uno webinar con la partecipazione di Geoffrey Hinton (Premio Nobel per la Fisica 2024, esperto di intelligenza artificiale) e di quattro altre organizzazioni vincitrici del Premio Nobel per la Pace (Nihon Hidankyo, ICAN, IPPNW e le Conferenze Pugwash), intitolato Autonomous Armageddon.

Vogliamo anche valorizzare l’aspetto scientifico di Pugwash, portando le conoscenze all’interno dei processi decisionali, ad esempio contribuendo al mandato delle Nazioni Unite per lo studio degli effetti di una guerra nucleare.

L’attuale situazione globale richiede una stretta collaborazione con altre organizzazioni affini, come la Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari (ICAN), i Medici Internazionali per la Prevenzione della Guerra Nucleare (IPPNW), l’organizzazione giapponese dei sopravvissuti alle bombe atomiche recentemente insignita del Premio Nobel per la Pace, Nihon Hidankyo, e la Coalizione di Fisici per la Riduzione delle Minacce Nucleari, tra le altre. Collaboriamo inoltre con i nostri capitoli nazionali in diversi paesi e con il ramo giovanile, l’International Student/Young Pugwash (ISYP), molto attivo e impegnato. È fondamentale sensibilizzare le giovani generazioni.

Il momento culminante di quest’anno sarà la nostra 63ª Conferenza Pugwash su Scienza e Affari Mondiali, intitolata “Ottanta anni dopo il bombardamento atomico: tempo di pace, dialogo e disarmo nucleare”, che si terrà durante la prima settimana di novembre a Hiroshima.

La crisi climatica è passata in secondo piano. Eppure anch’essa è un fattore di instabilità politica ed economica. Stiamo facendo un grave passo indietro o la transizione ecologica andrà comunque avanti? E quale ruolo hanno gli scienziati in tutto questo?

Purtroppo, i leader politici fanno sempre meno affidamento sulle evidenze scientifiche per prendere decisioni. Il cambiamento climatico ne è un esempio lampante. È urgente che governi, decisori politici, settore privato e cittadini in generale comprendano l’importanza di basare le scelte sulle conoscenze.
Considerata l’infiltrazione pervasiva della tecnologia e dell’informazione nella nostra vita quotidiana, l’alfabetizzazione scientifica oggi è importante quanto lo è stata, in passato, l’alfabetizzazione di base—sia per i cittadini che per i governi. Lo sviluppo si fonda essenzialmente sulla scienza e sulla tecnologia, ed è proprio comprendendo e facendo affidamento su di esse che possiamo progredire e che i governi possono prendere decisioni sagge.

Negare il cambiamento climatico è totalmente irresponsabile, e i cittadini dovrebbero esserne consapevoli quando si recano alle urne. Stiamo raggiungendo un punto di non ritorno, oltre il quale sarà impossibile fermare le conseguenze catastrofiche del riscaldamento globale.

Con l’inizio della guerra in Ucraina, la comunità scientifica si è interrogata sulle collaborazioni scientifiche con la Russia, e in alcuni casi queste collaborazioni sono state interrotte. Qual è la posizione di Pugwash su questo tema? E riguardo a Israele?

Pugwash, fin dalla sua nascita, si propone di promuovere la diplomazia scientifica. Questo significa, da un lato, valorizzare la scienza nella diplomazia, ovvero dove la scienza può offrire consulenza per informare e supportare la politica estera (per esempio sugli aspetti tecnici della verifica, delle salvaguardie, dello smantellamento degli arsenali, degli effetti delle armi nucleari); e dall’altro, promuovere la scienza per la diplomazia, dove la cooperazione scientifica può migliorare le relazioni internazionali. Esempi rilevanti nel campo della fisica includono il CERN (Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare), SESAME (il sincrotrone per la scienza e le applicazioni nel Medio Oriente), e l’ICTP (Centro Internazionale di Fisica Teorica), tra gli altri. La scienza è una cultura universale e, in quanto tale, è importante che lo scambio scientifico non venga interrotto, soprattutto nei periodi di conflitto.
Tuttavia, considerando la crescente frammentazione e polarizzazione del mondo, le restrizioni allo scambio scientifico, la proliferazione della disinformazione e la riduzione della fiducia nella scienza da parte dell’opinione pubblica, la diplomazia scientifica oggi deve affrontare numerose sfide. E questo avviene proprio mentre la scienza è più necessaria che mai, di fronte a problemi globali come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, il rischio pandemico e molte altre minacce esistenziali, che richiedono azioni collettive, interdisciplinari e concertate. Le nuove tecnologie attraversano i confini nazionali e richiedono risposte globali, mentre il divario tecnologico tra paesi ricchi e in via di sviluppo si allarga, rendendo urgente trovare modi per assicurare uno sviluppo globale, equo e inclusivo di queste tecnologie, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs).

Le “nuove guerre” sono sempre più tecnologiche e utilizzano sistemi avanzati, compresa l’intelligenza artificiale, e gli scienziati hanno un ruolo cruciale nel loro sviluppo. Come impedire che la scienza diventi strumento di guerra? Cosa possono fare le associazioni scientifiche (oltre agli appelli) per tornare al ruolo che ebbero durante la Guerra Fredda, quando spinsero i governi verso il disarmo nucleare?

Questo è al centro del lavoro di Pugwash. Dobbiamo aumentare la consapevolezza sul ruolo degli scienziati nelle questioni sociali, in particolare sul loro coinvolgimento nei conflitti armati. Come già detto, Joseph Rotblat fu l’unico scienziato a ritirarsi dal Progetto Manhattan per motivi etici. Nel suo discorso di accettazione del Premio Nobel nel 1995, fece appello alla responsabilità degli scienziati con queste parole: «In questi tempi in cui la scienza gioca un ruolo così potente nella vita della nostra società, quando il destino dell’intera umanità può dipendere dai risultati della ricerca scientifica, è dovere di tutti gli scienziati essere pienamente consapevoli di questo ruolo e comportarsi di conseguenza. Faccio appello ai miei colleghi scienziati affinché ricordino la loro responsabilità verso l’umanità».

L’attuale presidente di Pugwash, Hussain Al-Shahristani, è stato imprigionato per quasi undici anni nel carcere di Abu Ghraib, in Iraq, per aver rifiutato di collaborare alla costruzione di un’arma nucleare. È uno scienziato eminente, la cui posizione coraggiosa contro le armi nucleari e il suo approccio scientifico all’elaborazione delle politiche rappresentano i valori fondamentali delle Conferenze Pugwash.

Lei è la prima Segretaria generale di Pugwash proveniente da un Paese che non è stato coinvolto nei conflitti mondiali del secolo scorso. Cosa è successo a Pugwash negli ultimi anni? E chi ne fa parte oggi?

Il mondo è cambiato profondamente da quando Pugwash è stata fondata nel 1957, e questo significa che, come tutte le altre istituzioni, anche noi dobbiamo evolverci per adattarci ai tempi moderni. Stiamo aggiornando la nostra governance secondo pratiche attuali. Disponiamo di una rete importante e in crescita di scienziati e specialisti di politica provenienti da tutte le regioni del mondo. Lavoriamo principalmente da remoto, ma diamo priorità agli incontri in presenza quando necessario, poiché sono fondamentali per discussioni approfondite e non possono essere sostituiti da riunioni online. Come già detto, stiamo anche coinvolgendo sempre di più i giovani nelle nostre attività, perché sono già oggi molto impegnati e saranno loro a portare avanti questo lavoro in futuro.

E sì, io sono la prima donna a ricoprire il ruolo di Segretaria generale (non c’è mai stata ancora nemmeno una donna presidente).