Nonostante per alcune persone la dissezione umana sia una pratica che incute timore, è stata fondamentale per comprendere il funzionamento del nostro corpo e per imparare a curarlo. Le conoscenze dell’anatomia umana sono state un terreno fertile da cui hanno attinto le discipline mediche ma anche numerose discipline artistiche, rivelando come questa materia affronti aspetti interiori importanti. La mirabolante avventura dell’anatomia umana (edizioni Dedalo, 2025) è un libro di 204 pagine, illustrato e adatto a chiunque abbia voglia di appassionarsi alla storia di questa materia.

Tra medicina e arte: un dialogo che ha portato alla conoscenza

Fu Margaret Mead, celebre antropologa americana, a dire che la prova più antica di civiltà e cooperazione è un osso appartenente allo scheletro di un essere umano vissuto circa 15.000 anni fa, che presentava una frattura completamente rimarginata. Secondo Mead, ciò significava necessariamente che qualcuno si era preso cura di questa persona, permettendole di sopravvivere il tempo necessario per guarire. Basandoci su questa considerazione, studiare la storia dell’anatomia, le conoscenze che ha portato e le sue radici nella nostra cultura risulta essere qualcosa di molto umano. Ne La mirabolante avventura dell’anatomia umana, Edoardo Rosati e Gian Battista Ricci, giornalista il primo e disegnatore il secondo, descrivono il viaggio storico che ha portato alla nascita della scienza anatomica attraverso l’evoluzione della nostra umanità, della naturale curiosità che porta a voler scoprire come è fatto il corpo umano e cosa lo muove, lo anima e lo costituisce. Questa storia passa per un discorso molto più profondo, poiché le scienze anatomiche si sono quasi sempre dovute scontrare con le religioni e le credenze nei confronti di chi le studiava. I disegni di Gian Battista Ricci ci accompagnano in questo viaggio e ci permettono di visualizzare e comprendere meglio la complessità del corpo umano. Nel libro sono anche presenti dei QR code che permettono di visualizzare rapidamente alcuni dei riferimenti storici citati, tra cui quadri, statue e documenti scritti.

Il racconto non si limita alla componente scientifica: le cui radici della materia che tratta si diramano attraverso i confini di molte discipline. Uno di questi muri abbattuti divideva la medicina dal mondo artistico, perché le due materie sono da tempo strettamente legate. Ciò che descrivono gli autori è una vera e propria simbiosi tra le due: l’arte, che per ritrarre corpi sempre più realistici necessita di una conoscenza perfezionistica, e l’anatomia umana che richiede di essere rappresentata. Infatti, l’arte fu adottata dai medici poiché in grado di esprimere in modo semplice concetti complessi attraverso immagini simili a mappe del nostro corpo, che nel tempo si sono evolute diventando veri e propri pozzi di conoscenza anatomica. Era importante rappresentare il corpo in modo prima bidimensionale e poi tridimensionale per poter spiegare le forme, i funzionamenti e le posizioni di ogni organo e ogni tessuto, in modo da poter tramandare nella storia osservazioni e conoscenze. Infatti, l’insegnamento ha costituito una grande difficoltà per l’anatomia, principalmente perché le leggi e le credenze hanno sempre limitato questa pratica, ma anche perché lo studio dell’anatomia umana necessita di corpi umani che non sempre è stato possibile reperire. Le rappresentazioni visive permisero di tramandare la conoscenza anatomica riducendo la dipendenza da questi ultimi. Man mano che queste pratiche illustrative si sviluppavano, davano vita a un’arte sempre più apprezzata, prima dai medici e poi anche dal pubblico. Queste tecniche hanno dimostrato che anche il corpo umano privo di vita può diventare un qualcosa da mostrare, come nel capolavoro di Rembrandt Lezione di anatomia del dottor Nicolaes Tulp.

Oltre i confini politici e storici, fino a noi

L’interesse storico dell’anatomia umana viene descritto come legato a un insieme di leggi e di credenze che i due autori raccontano, permettendo di comprendere come l’anatomia e le dissezioni siano esse stesse legate alla sacralità del corpo. Infatti, la visione dissacrante dell’anatomia che qualcuno può avere non è una novità, ma un fenomeno che si osserva sin dall’antichità e una barriera contro la quale gli studiosi si sono spesso dovuti confrontare. Nonostante questo timore, scrivono gli autori, già nell’antica Grecia

Aristotele sosteneva che, sebbene un corpo senza vita conservi le sembianze umane, esso perde lo status di persona. Per lui, una salma non incuteva più timore o mistero di un semplice oggetto inanimato come il legno, la pietra o il bronzo.

Questa frase è il simbolo di un cambiamento che dà il via a una rivoluzione, poiché la Grecia conosce un’importante scuola di anatomia umana guidata da Erofilo ed Erasistrato che ispirerà generazioni e generazioni di medici fino ai giorni nostri. Attraverso la storia dell’anatomia si scopre che la curiosità riguardante il funzionamento del corpo umano è innata: la pratica di dissezionare un corpo a scopo scientifico compare in diverse epoche e anche in popoli molto distanti tra loro; lo dimostrano in particolare India e Cina, terre in cui si sono sviluppate conoscenze mediche in periodi in cui i contatti con il mondo occidentale erano improbabili. 

Il dialogo legato alle scienze anatomiche sul funzionamento dei vari organi ha spesso acceso dibattiti che si sono estesi oltre i confini politici dei singoli regni. Rosati e Ricci narrano come la scienza sia legata a un certo grado d’incertezza che può essere superato grazie all’arguzia di alcune figure, alle tecnologie e alla capacità di porsi le domande giuste, ma anche a un dialogo tra persone che percorrono strade di ricerca diverse per cercare delle risposte simili. Ci insegnano anche come l’assenza di un metodo scientifico accurato abbia portato a errori che hanno necessitato di secoli di studi per essere corretti. Questa ricerca costante di verità ha permesso alla conoscenza anatomica di superare alcuni confini, sia all’interno dell’Europa che tra continenti diversi. I due autori ci ricordano come la medicina araba abbia influito particolarmente sulle conoscenze che abbiamo oggi, entrando anche nel linguaggio comune, attraverso termini come “nuca” o “retina”.

Anche l’Italia ricopre un ruolo importante in questa storia e La mirabolante avventura dell’anatomia umana racconta il contributo di alcuni dei suoi personaggi più celebri, come Marcello Malpighi, Giovanni Battista Morgagni, o Antonio Scarpa, ma anche il contributo di Leonardo Da Vinci. Inoltre, diverse regioni italiane hanno un ruolo particolarmente importante nello sviluppo dell’arte anatomica, grazie a significativi sviluppi nell’arte delle cere, statue tridimensionali raffiguranti il corpo sotto diversi punti di vista e con una precisione talvolta sorprendente. Molte delle città che hanno partecipato a questa corsa a una perfezione, non sempre dettata soltanto dalla medicina ma spesso anche da canoni artistici, hanno conservato un museo delle cere anatomiche, che si trovano per esempio in Toscana, Sardegna ed Emilia-Romagna. 

Paura e mistero: da ieri a oggi

L’idea dello studio dell’anatomia umana è circondata da un alone di mistero che arriva anche dalla cultura editoriale e cinematografica. Pensiamo per esempio al dottor Frankenstein e al suo mostro composto da pezzi staccati da diversi corpi e ricuciti insieme. Queste storie, benché immaginarie, giungono a noi da un passato reale e sono parte della storia dell’anatomia umana. Poiché si scontrava con i dogmi, le credenze, ci spiegano i due autori, chi ne era appassionato tendeva a circondarsi di mistero e stranezza. Alcuni di questi personaggi erano spinti da una curiosità estrema che poteva essere compresa solo parzialmente dai loro concittadini. Tra questi, Giovanni Aldini, chiamato “Il mago dell’elettricità”, un professore di fisica che conduceva pubbliche rappresentazioni per dimostrare il ruolo dell’elettricità nel nostro corpo. Altri personaggi, come i celebri Burke e Hare, non furono spinti dalla curiosità ma trovarono un vero e proprio business andando a dissotterrare cadaveri da vendere illegalmente.

Oggi l’anatomia è considerata per quello che è: un vero e proprio strumento d’indagine. Molti film, serie, come CSI, e libri sono riusciti a rendere questa scienza accettabile dalla maggioranza del pubblico. 

l libro si conclude con un messaggio rivolto al domani: l’evoluzione dell’anatomia umana è oggi legata a nuove forme d’insegnamento e a nuovi strumenti, eppure come ogni materia pratica ha bisogno di procedere per tentativi, se vuole garantire a generazioni di medici di avere i migliori strumenti per imparare un lavoro importantissimo. Quindi, ricorda che oggi è possibile donare il proprio corpo alla scienza per permettere di far progredire la conoscenza e quindi gli strumenti di cui dispone per curare nuove persone.