Negli ultimi anni, la pratica del ritardo nel taglio del cordone ombelicale (Delayed Cord Clamping – DCC) è tornata al centro dell’attenzione della medicina neonatale. Ciò che per millenni ha rappresentato un gesto naturale oggi è supportato da solide evidenze scientifiche che ne confermano i benefici, sia nei neonati a termine sia nei pretermine.

Secondo le raccomandazioni ufficiali dell’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG), il ritardo nel clampaggio del cordone consente il trasferimento di una quantità significativa di sangue placentare al neonato, migliorando parametri ematologici fondamentali già dalle prime ore di vita.

Un apporto vitale di sangue, ferro ed emoglobina

Attendere almeno 30–60 minuti, o comunque fino alla cessazione spontanea delle pulsazioni del cordone, permette il completamento della cosiddetta trasfusione placentare. Questo processo naturale aumenta i livelli di emoglobina e le riserve di ferro del neonato nei primi mesi di vita, riducendo in modo significativo il rischio di anemia neonatale.

Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda il ritardo nel taglio del cordone ombelicale per tutti i neonati sani, sottolineando come questa pratica favorisca una transizione neonatale più stabile senza aumentare i rischi materni.

Benefici straordinari nei neonati pretermine

Nei neonati prematuri, il delayed cord clamping rappresenta una vera e propria strategia salvavita. Un ritardo di almeno 60 secondi è associato a una riduzione significativa della mortalità ospedaliera, a un minor ricorso alle trasfusioni e a una diminuzione delle emorragie cerebrali e dell’enterocolite necrotizzante.

Una revisione pubblicata su PubMed sul delayed cord clamping nei neonati pretermine conferma una riduzione significativa della mortalità nei bambini sottoposti a clampaggio ritardato rispetto a quello immediato.

Vantaggi anche per i neonati a termine

Nei neonati a termine, il ritardo nel taglio del cordone aumenta il volume ematico totale del 25–30%, fornendo tra 27 e 47 mg di ferro supplementare: una quantità equivalente a uno o due mesi di fabbisogno infantile.

Questo apporto contribuisce a prevenire deficit cognitivi e motori associati all’anemia e favorisce una migliore transizione respiratoria, con un’ossigenazione più efficiente dei tessuti e un minor bisogno di interventi clinici nelle prime ore dopo la nascita.

Il ruolo chiave delle cellule staminali

Uno degli aspetti più rilevanti del DCC è il trasferimento di cellule staminali ematopoietiche dalla placenta al neonato. Con un ritardo di circa 180 secondi, il neonato può ricevere decine di migliaia di cellule staminali aggiuntive, coinvolte nei processi di rigenerazione e adattamento post-natale.

Uno studio pubblicato su PubMed Central sulle cellule staminali e il delayed cord clamping evidenzia come questa pratica rappresenti un metodo semplice ed efficace per potenziare il patrimonio cellulare endogeno del neonato, senza compromessi clinici.

Aspetti psico-emotivi e bonding madre-neonato

Il ritardo nel taglio del cordone è spesso associato al contatto pelle a pelle immediato e prolungato. Questa pratica favorisce il legame madre-bambino, l’avvio precoce dell’allattamento, la stabilità termica e la regolazione del battito cardiaco del neonato.

La nascita diventa così un’esperienza più dolce e rispettosa dei tempi fisiologici del bambino, riducendo lo stress e migliorando il benessere emotivo di entrambi.

Implicazioni etiche ed economiche sullo stem cell banking

Il sangue e i tessuti placentari rappresentano una risorsa biologica preziosa per il neonato stesso. Il prelievo precoce a fini di banking commerciale può sottrarre al bambino cellule fondamentali proprio nel momento più delicato della vita.

Una scelta informata a favore del taglio ritardato del cordone ombelicale permette di tutelare questa riserva naturale, evitando pratiche invasive e costose non sempre necessarie.

Conclusione

Il ritardo nel taglio del cordone ombelicale non è una moda, ma una pratica basata su evidenze scientifiche solide e raccomandata dalle principali istituzioni sanitarie internazionali. Rispettare i tempi della nascita significa offrire al neonato un inizio di vita più stabile, ricco e biologicamente coerente.