Nonostante l’abbondante esposizione al sole, i livelli di vitamina D nella popolazione spagnola risultano sorprendentemente più bassi rispetto a quelli di molti paesi nordici. Un recente studio catalano mette in luce un problema spesso trascurato: la mancanza di screening adeguato e integrazione mirata, anche tra i gruppi più a rischio Fonti: Clinicametabolomica+1agingproject.uniupo.it+1News-Medical

Cos’è la vitamina D e perché è così importante?

La vitamina D è un ormone coinvolto in molte funzioni: assorbimento del calcio, salute ossea, sistema immunitario, crescita cellulare e metabolismo. Nonostante questo, spesso non riceve l’attenzione necessaria siommms.it.

Lo studio: livelli bassi e poca integrazione

La prof.ssa Diana Díaz Rizzolo (UOC–IDIBAPS) ha analizzato i dati di oltre 500.000 adulti tra il 2018 e il 2021 (programmi PADRIS, dati GDP anonimi) PMC+1News-Medical+1. Risultato: meno del 10 % della popolazione è stata testata per i livelli di vitamina D e la maggior parte erano donne over 45 farmacovigilanza.eu+9PMC+9News-Medical+9.

Paradosso mediterraneo vs paesi nordici

Paradossalmente, Spagna e Italia mostrano livelli di vitamina D più bassi rispetto a paesi con meno sole, come Finlandia, Svezia o Irlanda, grazie alle campagne di fortificazione alimentare News-Medical. I fattori principali: uso di creme solari, vita al chiuso e dieta povera di alimenti ricchi di vitamina D MSD Manuals.

Quali sono i livelli raccomandati?

Linee guida (Society of Clinical Endocrinology – Clinical Practice Guidelines):

Circa l’80 % dei giovani testati presentava livelli subottimali, ma non veniva integrata. L’integrazione era invece più frequente nelle donne over 45, che mostravano livelli mediamente più elevati .

Serve una strategia preventiva su larga scala

Díaz Rizzolo chiede:

  1. Screening sistematico per monitorare i livelli di vitamina D nella popolazione.
  2. Studi per valutare l’impatto sulla salute e stabilire politiche nutrizionali o protocolli di integrazione, come nei paesi nordici.
  3. Revisione delle raccomandazioni attuali, specialmente per gruppi a rischio: anziani, donne in gravidanza, persone con fratture o institutionalizzate agingproject.uniupo.it+3News-Medical+3PMC+3.

Benefici provati della vitamina D

Diversi studi dimostrano i vantaggi dell’integrazione:

  • Prevenzione di fratture e cadute negli anziani;
  • Miglioramenti in alcuni esiti di gravidanza e sviluppo infantile agingproject.uniupo.it;
  • Riduzione del rischio di ipertensione, grazie alla correlazione inversa tra 25(OH)D e pressione arteriosa siommms.it+6giot.it+6PubMed+6.

Conclusioni: i livelli di vitamina D meritano più attenzione

Lo studio pubblicato su Scientific Reports con il titolo “Paradoxical suboptimal vitamin D levels in a Mediterranean area…”, evidenzia l’urgenza di:

  • Studiare e ottimizzare il livello di 25‑OH‑D nella popolazione come intervento di sanità pubblica PubMed+2PMC+2News-Medical+2;
  • Implementare fortificazione degli alimenti o integrazioni mirate;
  • Aumentare la compliance verso il monitoraggio nei gruppi a rischio.

Anche se non esiste una raccomandazione schiacciante a integrare chi non è a rischio, molti specialisti preferiscono comunque farlo, valutando rischi e benefici MSD Manuals+6agingproject.uniupo.it+6giot.it+6. Se vogliamo davvero migliorare la salute pubblica, non possiamo più ignorare i livelli di vitamina D.


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